venerdì 7 luglio 2006

(IL TOUR DEI MINNIE’S VISTO DALL’OCCHIO DELLE TELECAMERE)
di Marinna - la regista del documentario

Concentrarsi e distrarsi Stiamo inseguendo i Minnie’s e tutto il mondo che gli ruota attorno da giorni. Siamo parte di questo viaggio, ma il nostro interagire è filtrato da una videocamera e dal desiderio di raccontare le storie che incrociamo lungo la strada. La Sabi ed io dovremmo renderci invisibili, ma a volte è impossibile non ridere, il loro desiderio di star bene e di fare bene è contagioso. Mi domando come sarà possibile togliere le nostre risate e i nostri commenti dal sonoro del film...

In Viaggio Cameracar che scrutano attraverso il paesaggio: in Svizzera abbiamo beccato un dirigibile, nell’Est della Germania edifici vuoti; all’Ovest acciaierie e camini fumanti. Gli spostamenti sono lunghissimi, quasi interminabili. A volte durano anche tutto il giorno.

Routine Anche la vita on the road ha una sua routine: a qualche chilometro dall’arrivo scatta la preparazione: telefonare al promoter locale per capire l’indirizzo giusto; perdersi almeno un paio di volte; e poi birre per tutti, anche per me e Sabina, visto che di solito arriviamo all’orario dell’aperitivo, mentre qualcuno di loro che ci ha anticipato, ne ha già bevute 4 dall’inizio della giornata. E infatti scatta la gara di rutto, rito propiziatorio prima della discesa a terra; c’è chi riesce a fare strofe di canzoni, “PROVA AUDIO” dicono, per noi che abbiamo un microfono attaccato alla videocamere e le cuffie per controllare il suono.. il rutto in cuffia è davvero oltre-umano. Gore, direi..

Scaricare il furgone Dopo la seconda data abbiamo trovato lo schema: io sposto tutto il materiale del cinema sui sedili davanti, i Minnie’s scaricano gli aggeggi musicali. Mentre la Sabi li segue come un’ombra, io mi guardo intorno. Cerchiamo sempre di rubare gli sfondi mentre corriamo dietro ai Minnie’s. Non c’è tempo per preparare inquadrature o piazzare delle luci. Tutto accade in tempo reale. I locali sono sempre buissimi, 12 db di guadagno quasi fissi (una funzione che aumenta la luminosità della camera ma che sgrana tantissimo l’immagine). Come dice la Sabi abbiamo sempre un petardo nel culo. Peccato che non faccia luce...
Non c’è tempo per pensare. L’ufficio per le riflessioni è il sacco a pelo. La convocazione scatta appena chiudiamo la lampo. Il problema è che le riflessioni, dopo mille birre, possono essere un pò impietose. Una notte, al Tommy Weissbecker House di Berlino, sono andata in fissa pensando che forse tutto ciò che stavamo filmando potesse risultare monotono: per noi ogni squatt, ogni locale, ha una storia particolare. Ogni graffito, ogni poster, ogni oggetto riciclato in una nuova funzione sono segni da cui intuire il vissuto di un luogo. E in cui riconoscere il proprio vissuto. Così provo a capire come restituire ai posti che ci ospitano la specificità che ai nostri occhi li rende tutti diversamente speciali. Dobbiamo fare domande per fare raccontare alle persone che incontriamo il nostro viaggio attraverso la Germania. Ieri eravamo al confine con la Polonia, con Philipp, il tour manager dei Minnie’s, che studia l’Africa all’università e dice che l’est diventerà come il Canada. Oggi siamo al confine con il Lussemburgo, e Carmelo, il co-produttore del disco dei Minnies, siculo nato nella Brianza tedesca (Saar) ci ha fatto fare un giro nell’acciaieria dove lavora. Accumulo tutto ciò che posso. Ora, non so ancora bene cosa rimarrà di questo viaggio, ma meglio non farsi troppe domande. Le domande mi distraggono. Devo riuscire a concentrarmi.
Il furgone va spedito, i ragazzi fanno l’ennesimo scatch divertente. Controllo che la Sabi abbia la camera accesa, questa era bella da riprendere. La luce rossa dice che stava registrando, sempre sul pezzo la Sabi.. Peccato che di nuovo mi è scappata la risata.. Che strano ridere e incazzarsi con sé stessi perché si ride. Va beh, per ora mi godo lo show dei miei compagni di viaggio. Ma già so che prima della fine farò di nuovo un giro intero attorno a tutti gli umori possibili.

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